La riforma in Germania

31.05.2014 20:59

LA RIFORMA IN GERMANIA

La decadenza morale e spirituale della chiesa in relazione sopratutto alla mondanizzazione del papato era un fatto conclamato da secoli. Da tempo i vescovi praticavano il concubinato ed era frequente ormai il cumulo di più benefici ecclesiastici nelle stesse mani. A questi comportamenti scandalosi si unisce la trasformazione della curia papale in una corte principesca, questo fenomeno aggiunge l’apice nel periodo rinascimentale quando il mecenatismo dei papi impose alla cristianità pesanti tributi finanziari. Le proteste in Germania sfociarono nella Riforma protestante. Le spese per edificare la basilica di San Pietro avevano indotto la Curia romana a dispensare i vescovi dall’obbligo di residenza nelle proprie diocesi. E’ il caso di Alberto di Brandeburgo, il quale per recuperare il denaro speso per farsi nominare a capo della diocesi fu autorizzato a vendere le indulgenze (remissione della pena per l’espiazione dei peccati confessati),la pratica si basava su alcuni dogmi teologici : -le opere dei santi e le sofferenze di Cristo hanno fatto accumulare un “tesoro della chiesa” il quale può aiutare qualunque peccatore facendo trasferire su di lui il merito di acquisto; - la pratica penitenziale può essere effettuata da tutti; - le preghiere congiunti potevano accorciare il tempo di permanenza nel purgatorio. Questo complesso di buoni principi sarà sostituito dall’idea che bisognerà pagare per la remissione dei peccati sulla Terra. La protesta del monaco Martin Lutero iniziò a Wittenberg 1517 con la stesura di 95 tesi in latino in cui era criticata la pratica delle indulgenze, doveva circolare solo tra vescovi e teologhi ma ben presto si estese anche ai semplici credenti che le appoggiarono. Lutero (1483-1546) aveva condotto una vita di preghiera e studio (frequentò l’università di teologia di Erfurt) nel 1505 entrò come monaco nell’ordine agostiniano e dopo due anni divenne sacerdote, quando si recò a Roma rimase deluso dalla corruzione della curia. Lutero attraverso una crisi spirituale che aveva come fulcro il problema della salvezza e giustizia divina. La domanda che lo ha portato a riflettere era: -Se l’uomo è peccatore quale opera potrà garantirgli salvezza? La soluzione la troverà leggendo l’Epistola ai Romani di San Paolo nelle parole “il giusto vivrà per fede ” dove comprese il senso di redenzione da intendersi come dono gratuito di Dio –L’uomo non può salvarsi, è solo Dio che salva l’unica cosa che l’uomo può fare è avere fede.  Dopo queste premesse è evidente quanto Lutero potrà considerare blasfemo la vendita delle indulgenze. Con la pubblicazione delle 95 tesi non intendeva accusare il papa ma denunciare la corruzione della curia in Germania. Lutero distingue dai preti corrotti da quelli del pontefice considerato innocente in quanto non a conoscenza della realtà che lo circondava. Lutero era interessato non solo al concreto problema della vendita delle indulgenze ma anche a ribadire il  tema dottrinale dell’inutilità delle opere e della giustificazione per sola fede. Nel 1518 papa Leone X  condanno le tesi luterane, giungendo Lutero e la Chiesa a un’aperta rottura. Il sacerdote pubblicò quattro scritto composti nel 1520: - Del papato romano, dove afferma la superiorità delle scritture rispetto l’interpretazione papale; -La cattività babilonese della Chiesa, dove la Chiesa viene paragonata a Babilonia (luogo di corruzione ed eresie) qui si afferma l’inutilità delle gerarchie ecclesiastiche e viene ridefinita la dottrina dei sacramenti;- Della libertà della cristiano poneva la teoria del servo arbitrario, lì impossibilità dell’uomo di modificare tramite le proprie azioni il decreto divino; -Alla  nobiltà cristiana, della nazione tedesca si negava il diritto di interferenza del clero nelle questioni temporali. Leone X tramite una durissima bolla di condanna riafferma la capacità salvifica della Chiesa e l’infallibilità papale ma la politica tedesca volgeva a favore di Lutero. Nel 1519 era morto l’imperatore Massimiliano d’Asburgo. L’erede imperiale era Carlo d’Asburgo precedente re di Spagna imparentato con Ferdinando d’Aragona e Isabella di Castiglia. Inizialmente ci furono delle resistenze da parte dei principi tedeschi  ma cessarono quando i banchiere misero a disposizione di Carlo 850.000 per corromperli. La riforma religiosa di Lutero offrì ai principi la possibilità di conservare l’autonomia che rischiavano di perdere , l’emancipazione dalla Chiesa significava la possibilità di opporsi all’imperatore. A questo si aggiunge la possibilità da parte dei principi  di impadronirsi delle proprietà ecclesiastiche, che in Germania erano estese e cospicue. Luterò aveva diversi sostenitori tra principi tedeschi tra cui Federico di Sassonia.Il 3/1/1521 Lutero fu scomunicato alla presenza di Carlo V si aprì ufficialmente la Dieta di Worms, Lutero si presentò innanzi la Dieta senza ritrattare le sue tesi e costringendo Carlo V a emettere un bando nei suoi confronti (editto di Worms). Lutero venne salvato dal suo protettore Federico di Sassonia che lo fece rapire per impedirne la cattura e lo ospitò nella fortezza di Wartburg Lutero potè così dedicarsi alla traduzione in Tedesco del Nuovo testamento,che costituiva in un atto di sfida all’autorità romana che rivendicava il diritto all’interpretazione univoca delle Scritture. La Bibbia di Lutero presupponeva il libero esame delle Scritture e di conseguenza il sacerdozio universale,ogni uomo deve essere sacerdote di se stesso poiché non ha bisogno di un’autorità superiore alla Scrittura nella sua ricerca di Dio. La decisione di Lutero di usare la lingua volgae e lo sviluppo della stampa favorivano lo sviluppo delle sue idee protestanti. Favorirono le idee di Lutero alcuni umanisti di chiara fama come Erasmo e Filippo Melantone. Erasmo condivideva la condanna alla chiesa per aver abbandonato l’esempio di Cristo e dedicarsi alle ricchezze terrene, inoltre era un sostenitore della libertà dell’uomo. Il noto umanista a differenza di Lutero sosteneva il fondamentale ruolo della volontà umana nel processo salvifico, in più Erasmo non intendeva schierarsi contro la Chiesa, la sua restava una polemica interna alla Chiesa.