La rivoluzione astronomica

31.05.2014 20:54

LA RIVOLUZIONE ASTRONOMICA

L’alba della modernità è segnata da cambiamenti inerenti alla concezione dell’universo, che  rifiuta il tradizionale modello cosmologico, costruito da Aristotele e mantenutosi per tutto il medioevo inalterato. Il modello aristotelico- tolemaico è geocentrico, rappresenta cioè la terra immobile al centro dell’universo finito dotato di una struttura gerarchica,con pianeti, sole e, luna che gli girano intorno. Il mondo sublunare sarebbe costituito da quattro elementi (aria,acqua,terra e,fuoco), la terra non si muove, ma ospita questi movimenti e trasformazioni  poiché è sede di enti corruttibili. Il cielo e i  pianeti sono costituiti invece da un ente incorruttibile chiamato etere (quinto elemento), questi corpi sono puri e incorruttibili. La nuova rappresentazione del cosmo si deve a Niccolò Copernico il quale ne parla nel suo testo DE REVOLUTIONIBUS ORBIUM COELESTIUM. Il matematico confuta “l’ inattaccabile” ipotesi aristotelica-tolemaica conforme al racconto biblico della Genesi. Alla teoria antica  sostituisce un’ipotesi eliocentrica che pone il sole al centro dell’universo: la Terra rutta su se stessa e intorno al sole con gli altri pianeti, mentre la Luna ruota intorno la Terra. L’universo ha una struttura omogenea e la Terra come tutti i corpi celesti è formata da elementi comuni che costituiscono il cosmo, nn esistono differenze qualitative. Il moto viene giustificato geometricamente. I tratti comuni delle due teoria sono: -l’universo centrato (un perno al centro e gli altri corpi celesti che gli girano intorno), -il cosmo finito , -e i moti circolori dei pianeti che Keplero affermerà tramite tre leggi avere una forma ellittica. La novità di Copernico sta nel metodo matematico di osservazione della natura. Avanzava così l’idea che il fenomeno potesse essere descritto  dal linguaggio dei numeri,  l’approvazione di queste affermazioni richiederanno tempo e il contributo di scienziati come Galilei.  Il punto di vista aristotelico- tolemaico era difficile da negare in quanto coincideva con il punto di vista naturale  di chiunque osservi il movimento del Sole nel cielo, rendendo scandalosa l’ipotesi dell’ immobilità. Inoltre l’autorità della tradizione degli insegnanti del passato era così forte che non si accettavano nuove interpretazioni.